nella parte finale dell’anno viene portato in scena Confusioni di Ayckbourn: un testo composto da 4 atti unici, legati da un filo sottile ma fortissimo; un lavoro dall’umorismo un pò assurdo – ancorchè elegante – modellato nell’ambiente dell’Inghilterra piccolo borghese che l’autore scandaglia attraverso i suoi vizi ed i suoi tic quotidiani. Confusioni venne presentato al pubblico venerdì 7 dicembre; il successo delle prime due serate fu confortante, mentre la terza replica programmata domenica 9 venne vanificata da una colossale nevicata che indusse tutti ad un rapido rinvio. Tante sorprese, in questo lavoro di Ayckbourn: l’esordio con noi di Mauro Lazzarino e Fabio Riva, la “partecipazione straordinaria” della professionista Simona Guarino chiamata all’ultimo minuto a sostituire Sandra Pera. Confusioni, come ho detto, comprendeva quattro brevi, divertenti atti unici legati tra loro dal tema dell’incomunicabilità tra personaggi chiusi in un loro egoistico microcosmo. Tutti noi attori abbiamo lavorato volentieri alle prese con un copione ricco di sfumature, attraversato da una comicità sottile ed intelligente. L’aneddotica riferita alle prove di Confusioni non può dimenticare l’episodio della tremenda culata di Simona Guarino la quale, durante l’anteprima, si lasciò andare all’indietro nella speranza che io l’afferrassi: purtroppo, per lei, ero rimasto stordito dal fragore di un botto che Eiraldi aveva realizzato per simulare un’esplosione. Così non riuscii ad arrivare in tempo e la figura, non certo esilissima, di Simona si stampò sul palco. ma con una classe tale che uno spettatore al termine dell’anteprima disse: “Che naturalezza, com’è caduta bene!!!”. Per quanto mi riguarda dovetti rimediare nel camerino somministrando applicazioni di ghiaccio all’importante osso sacro della Guarino. Aneddoti a parte, tra le interpretazioni mi piace sottolineare quelle di Tiberio Giuntini e Giovanni Bortolotti: quest’ultimo bravissimo nel calarsi nei panni di un cameriere distaccato e professionale il quale doveva. con i suoi spostamenti, “dare la voce” agli avventori seduti al ristorante così che il pubblico potesse sentire il dialogo tra i protagonisti attraverso le orecchie del cameriere (un vero peccato aver perduto la scena!!). Tiberio Giuntini chiuse, con Confusioni, la sua carriera di attore con la nostra Compagnia: lo fece con un’interpretazione di valore e naturalmente, dovendo consultare un menu, non perse l’occasione per infilarvi il copione e dare di tanto in tanto qualche sbirciatina.

(brano tratto dal libro “Uno sguardo lungo vent’anni” di Luca Franchelli)