Chi non ricorda il gol di Rivera che, infilando Mayer, permise all’Italia di far fuori la Germania in una partita che deve considerarsi non un avvenimento sportivo, ma un pezzo della nostra storia? Avevo 10 anni e tuttavia rivivo ancora in bianco e nero, tramite le parole di Martellini, quell’incredibile evento. Che c’entra tutta questa retorica con “Uno sguardo dal palcoscenico”? C’entra poiché il 1994 fu l’anno della messa in scena della piece di Umberto Marino Italia – Germania 4 a 3. Nell’insolita veste di regista-attore Silvio Eiraldi affrontò con Sonia Fraschetti, Giovanni Bortolotti ed il sottoscritto un testo noto al grande pubblico grazie alla trasposizione cinematografica di Barzini con l’interpretazione di Ghini, Bentivoglio, Cederna e Nancy Brilli. Ricordo di avere impersonato con piacere e senza troppa fatica il ruolo di Federico Corsi, rivedo Giovanni Bortolotti splendidamente calato nella parte dell’innocente Antonio e mi torna alla mente la fatica di Silvio che, gioco forza, preoccupandosi della regia e della resa scenica, ha faticato oltremodo a far risaltare pienamente il proprio valore d’attore. Italia – Germania 4 a 3 potè contare su una scenografia di grande effetto: ovvero un interno splendidamente ideato per ospitare la rimpatriata dei vecchi amici riuniti davanti al televisore per rivedere la famosa partita. Sullo sfondo, grazie a straordinari giochi di luci, Silvio rese al meglio il crepuscolo romano pensato dall’autore.
(brano tratto dal libro “Uno sguardo lungo vent’anni” di Luca Franchelli)