Un anno per me davvero fondamentale. Si realizzano due importanti sogni che tenevo nel cassetto: interpretare Achille Campanile e dirigere il mio primo lavoro portando in scena Dieci piccoli indiani della Christie con un gruppo di giovani al loro esordio teatrale. Ma andiamo con ordine e parliamo di Assurde verità, uno scoppiettante collage di brani tratti da un autentico genio della nostra letteratura contemporanea: quell’Achille Campanile che ha fatto della parola uno strumento comicamente tagliente attraverso un umorismo di grande classe e di rara raffinatezza. Il nostro spettacolo che si intitolava (riprendendo un brano dell’autore) Le assurde verità proponeva una scelta operata tra i testi più noti di Campanile. Quindi portammo in scena due famosi atti unici come 150 la gallina canta e L’inventore del cavallo assieme ad un discreto numero di Tragedie in due battute e ad altri brani celeberrimi come Acqua minerale o Paganini non ripete. La scena si presentava davvero essenziale, ma si distingueva per l’eleganza dei costumi e soprattutto per il meraviglioso fondale in stile futurista disegnato dal nostro grande pittore Sandro Marchetti. Il peso maggiore dello spettacolo era diviso tra Fabio Riva, Marina Boero e me; tuttavia dobbiamo segnalare il debutto con la nostra compagnia di Ilaria Torterolo apprezzabile soprattutto nella parte del soprano Palewski. Da non dimenticare il preziosissimo contributo di Nadia Chiarlone che, suonando straordinariamente il pianoforte, ha “accompagnato” i vari momenti della piece. “Recitate come si trattasse di un varietà.” con queste parole Eiraldi suggellò le prove ed il successo giunse puntuale per un lavoro nel contempo fine e divertente, una rappresentazione che è stata più volte riproposta anche al di fuori del teatro “Della Rosa”.
(brano tratto dal libro “Uno sguardo lungo vent’anni” di Luca Franchelli)