Luca d’Angelo è Giacomo Puccini ne “L’osso d’oca” di Giuseppe Manfridi.
L’osso d’oca di Giuseppe Manfridi – secondo nuovo allestimento della stagione 2009 – vede in scena, in una clinica a Bruxelles, il grande Giacomo Puccini, in attesa di un’operazione alla gola, e un ex giornalista diventato cieco, Nino Salvaneschi, melomane e suo grandissimo ammiratore.
Siamo nel 1924: la sorte li ha condotti entrambi, Puccini e Salvaneschi, presso l’Istitute de la Couronne; da questa vicinanza, dopo un inizio di inevitabili imbarazzi e soggezione, nasce un rapporto sempre più stretto, più intimo, che ci svela un Puccini ironico, beffardo, pronto alla burla, addirittura allo sfottò (il maestro fa credere al suo ammiratore che Mutter Sonia, severa e teutonica infermiera, sia una geisha). Ma poi di colpo tristezza e amarezza prendono il sopravvento e ne scaturisce una riflessione profonda su una vita dedicata alla musica e piena di successi ma, scopriamo, anche di indicibili amarezze. A condurci in questo viaggio nei ricordi, nel disincanto e soprattutto nella grande ironia ed umanità di Giacomo Puccini è il personaggio di Salvaneschi, buffo e poetico al tempo stesso: è lui con i suoi impacci, il suo dramma degli occhi, i suoi modi da candido Pierrot, a svelarci un Puccini inedito, a condurci ,attraverso il dialogo serrato che intrattiene con il maestro, in una grande riflessione sul teatro lirico, sul melodramma, sulle eroine pucciniane (Mimì, Tosca, Turandot) e, più in generale, sull’arte e sulla vita.
Il cast è quello, collaudato, dei due grandi successi di Camere con crimini (2007, ma ancora in tournée) e Due di noi (2008). Il regista Silvio Eiraldi ha affidato la parte di Giacomo Puccini a Luca D’angelo, mentre Giovanni Bortolotti è Nino Salvaneschi. Valentina Ferraro, dopo gli exploit da protagonista degli spettacoli precedenti, ha accettato, con grande professionalità, una parte molto ridotta ma comunque importante nello sviluppo dello spettacolo.