A New York un gruppo di giovani ricconi un po’ nevrotici si ritrova a casa di Charlie (vicesindaco della Grande Mela) e Mira Brook per festeggiare il loro decimo anniversario di matrimonio. Ma… sorpresa: Charlie forse ha tentato addirittura il suicidio e Mira è praticamente sparita lasciando gli invitati soli ed assai imbarazzati. A questo punto inizia una sarabanda di situazioni nelle quali tutti cercano di salvare la reputazione che potrebbe essere irrimediabilmente compromessa se una circostanza così scabrosa li rivelasse coinvolti. A poco a poco i quattro amici si trasformano in improvvisati detective, impegnati nel risolvere il caso ed intenti a montare congetture basate su puri pettegolezzi (rumors, appunto) tra i quali tuttavia i personaggi sembrano sguazzare perfettamente a loro agio. Ken Gorman prova in tutte le maniere a ricondurre la vicenda in termini di legge, ma si scontra con l’allegro candore di sua moglie Cris. Lenny ne ha una per capello tra il male al collo e la sua dolce metà Claire alla continua ricerca di gossíp. Ernie, psicanalista davvero eccentrico, è completamente soggiogato dall’ineffabile (e un po’ dispotica) Cocca; mentre Glenn Cooper alla ricerca di un seggio al senato se la deve vedere con Cassie che pare proprio stufa di recitare la parte della moglie devota. Inoltre, sul più bello, piomberà in scena anche uno strano poliziotto……..Neil Simon ci regala con Rumors un piccolo capolavoro della risata: una piece nella quale l’unica finalità pare il piacere di far ridere chi sta seduto in platea e fare divertire gli attori chiamati a vestire i panni di personaggi così squadernati e (forse proprio per questo) così realistici…Il microcosmo proposto sul palcoscenico porrà gli spettatori sempre di fronte ad una scelta: credere ai rumors oppure non dare retta e cercare una più solida verità. Forse però la cosa migliore potrebbe proprio essere quella di restarsene tranquilli in platea lasciandosi coinvolgere nello straordinario gioco del teatro, per poi scoprire che siamo tutti un po’ (troppo ?) irrimediabilmente pettegoli.
Dal caffè di Goldoni al whisky di Simon
Ho ancora bene in mente le sensazioni provate quando, lo scorso anno al loro esordio assoluto, le ragazze ed i ragazzi che tra poco reciteranno per voi, hanno proposto al pubblico un Goldoni difficile nella sua classicita’ ma reso modernamente con delicatezza ed eleganza. Così, una situazione che avrebbe dovuto rimanere legata ad un singolo episodio mi ha convinto sull’opportunità di continuare con questo Gruppo che mi sembra oggi sempre. più solido e tecnicamente apprezzabile. Avevo già portato in scena Rumors (circa dieci anni fa conservandone ancora adesso un ricordo indelebile) e penso che i ritmi di recitazione tanto serrati ed incalzanti costituiscano davvero un esame terribile per gli attori, chiamati a non distrarsi mai e nel contempo a partecipare dell’inarrivabile comicita’ del testo. Il lavoro di prova, di organizzazionee di allestimento si è rivelato duro, impegnativo, percorso da tante difficoltà (e non soltanto legate all’aspetto artistico dello spettacolo) che tutti i ragazzi hanno saputo superare con maturità ed autonomia, confidando (ma non è poco ! ) soltanto suIle proprie forze. Ora è giunto il momento decisivo. Questa incredibile Compagnia ha dimostrato che nulla puo’ fermare l’entusiasmo e la serietà, che il teatro è uno splendido strumento per crescere sempre ancora un po’, ma purtroppo non basta: adesso bisogna convincere il pubblico, durante gli attimi così difficili (e quindi così entusiasmanti) dello spettacolo che sta per iniziare.
Luca Franchelli