SOTTOBANCO

di D. Starnone
Traduzione:
Regia:

Silvio Eiraldi

Scene:
Sandro Marchetti, Silvio Eiraldi
con (in ordine alfabetico)

Vera Baccalauro prof. di ragioneria – Chiara Grata
Mattozzi prof. di religione – Flavio Bertuzzo
Cozzolino prof. di lettere – Luca D’Angelo
Alinovi prof. di storia dell’arte – Sonia Fraschetti
Cirotta doppiolavorista – Marco Bazzano
Preside prof. di matematica – Luca Franchelli
Mortillaro prof. di francese – Pierangelo Salerno

Luci:
Fonico:
Realizzazione scenica:
Realizzazione scenica:
Quadri di scena:
Date delle rappresentazioni svolte :

27 maggio 1998 Cairo M.tte – T. Della Rosa (Anteprima)
29 maggio 1998 Cairo M.tte – T. Della Rosa
30 maggio 1998 Cairo M.tte – T. Della Rosa
31 maggio 1998 Cairo M.tte – T. Della Rosa
6 giugno 1998 Cairo M.tte – T. Della Rosa
7 giugno 1998 Cairo M.tte – T. Della Rosa
19 giugno 1998 Cairo M.tte – T. Della Rosa (pomeridiana)
17 luglio 1998 Millesimo – Castello Del Carretto
24 ottobre 1998 Cairo M.tte – Istituto “Patetta” (studenti)
7 novembre 1998 Cairo M.tte – T. Della Rosa
8 novembre 1998 Cairo M.tte – T. Della Rosa
8 febbraio 1999 Cairo M.tte – T. Della Rosa (studenti)
13 febbraio 1999 Cairo M.tte – T. Della Rosa (studenti)
19 febbraio 1999 Cengio
27 marzo 1999 Valleggia/Quiliano
16 aprile 1999 Cairo M.tte – T. Della Rosa

Una produzione:
Trama

L’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive in un istituto superiore a Roma. Il corpo docente si appresta a fare gli scrutini, “confinato” in palestra perchè la sala professori è inagibile. Il prof. Cozzolino (lettere) e la prof. Baccalauro (ragioneria) sono legati da tenera amicizia. Su di loro si riversano pettegolezzi e supposizioni di quasi tutti i colleghi: anche una lettera anonima recapitata al preside contribuisce ad aumentare la tensione all’interno del consiglio di classe.
Nello scrutinio, che si trascina avanti tra continue liti e ripicche, il problema più grande è rappresentato dall’allievo Cardini. Nonostante l’appassionata difesa di Cozzolino, che vorrebbe promuovere tutti, alla fine dello scrutinio Cardini risulterà bocciato. Sottobanco (1992) è la riscrittura per il teatro di personaggi e situazioni tratte dal libro Ex catedra, nel quale Domenico Starnone (classe 1943) ha raccontato un intero anno scolastico. Insegnante di italiano e storia presso un istituto tecnico alle porte di Roma, Starnone collabora da anni con varie testate pubblicando resoconti fantasiosi e divertenti di ciò che avviene nelle aule. Con stile giornalistico, semplice e veloce, egli racconta la scuola italiana precisando che “niente di ciò che ho raccontato qui mi è realmente accaduto. Se fatti e persone dovessero sembrare reali, la colpa è solo della realtà”. E infatti, a conoscerla anche poco, la scuola non è molto diversa da come la descrive Starnone e chi l’ha frequentata e ha intrapreso – con passione o con rassegnazione – ­”il lavoro del castigamatti” sa benissimo che “la norma è… la noia, la fatica e il naturale manifestarsi lungo tutto l’arco dell’anno scolastico di una sorda inimicizia tra scuola, docente e studente”. L’universo scolastico di Starnone è popolato di tipi un po’ eccentrici, ma sempre strettamente legati alla realtà. Nel caso di Sottobanco: Baccalauro e i suoi problematici rapporti con il marito ed il figlio; Cozzolino, ex attivista, separato, sempre pronto a difendere i suoi allievi e perciò continuamente in lotta con i colleghi (l’unico appoggio lo trova in Baccalauro); Cirrotta, il doppiolavorista ignorante e volgare che corteggia le studentesse; Mortillaro, che non si stanca di ripetere nel suo precoce rimbambimento senile che “c’è chi è nato per studiare e chi è nato per zappare’ ; il maleodorante padre Mattozzi, alle prese con problemi di sudorazione, che legge in classe L’arte di amare di Fromm; il preside, che raccomanda a tutti di “non fare poesia”; Alinovi, la cui maggiore preoccupazione è quella di finire presto lo scrutinio per preparare la cena alla quale, con improbabili avances, invita i colleghi. Non potevano mancare naturalmente gli alunni. Anche se solo “evocati” (trattandosi di uno scrutinio), vivono attraverso le parole degli insegnanti: “capaci di fare cose impossibili” secondo Cozzolino, “disumani” e “beduini” secondo Mortillaro. Al centro di ogni discorso su di essi c’è Cardini, additato come l’origine di tutti i mali della sua classe. La sua assenza-presenza è palpabile e tangibile perchè ogni docente ha dovuto confrontarsi col suo mutismo, con la sua sofferenza adolescenziale che non sa trovare altri sbocchi se non l’indecifrabile ronzio della mosca che egli interpreta a perfezione. In conclusione Sottobanco ha il merito di saper raccontare l’attuale sfascio del sistema scolastico italiano dal sua interno e con leggerezza, senza toni accusatori e con l’ironica benevolenza di chi di quel mondo ben conosce – e ha imparato, forse suo malgrado, ad accettare- le piccole meschinità, i compromessi, i rituali inossidabili.

Sottobanco, è andato in scena nella stagione teatrale 1992/93 per la regìa di Daniele Luchetti e l’interpretazione, nei ruoli principali, di Sirio Orlando e Angela Finocchiaro. A due anni di distanza ha fatto seguito la trasposizione cinematografica con il titolo La scuola, regia dello stesso Luchetti; per il soggetto sono stati utilizzati anche altri scritti di Starnone, tra cui Fuori registro. Vi ha partecipato la maggior parte degli attori della messinscena teatrale; Anna Galiena ha sostituito Angela Finocchiaro e Fabrizio Bentìvoglìo ha avuto un ruolo di primo piano per un personaggio (il vicepreside) non presente in Sottobanco.
(PROGRAMMA DI SALA)

1998 : Chiusa una stagione così intensa iniziammo a lavorare intorno all’idea di un testo dedicato e rivolto soprattutto al mondo della scuola; gli studenti sono sempre stati per noi spettatori assidui ed affezionati: così, anche grazie all’esempio suggerito dal film “La scuola” di Lucchetti, nasce l’intenzione di portare in scena Sottobanco di Domenico Starnone. La bella e godibile farsa che immortala i tanti vizi e le poche virtù di uno sgangherato corpo insegnante alle prese con gli scrutini di fine anno in un Istituto tecnico romano, ci porterà un notevole successo di pubblico e ci darà la possibilità di fare esordire Pierangelo (Pippo) Salerno, tesoriere della Compagnia, nella sua prima e penso unica interpretazione. Nel ruolo di protagonisti, Luca D’Angelo e Chiara Grata alle prese con una coppia di insegnanti oggetto di pettegolezzi da parte di colleghi straordinariamente ignoranti e menefreghisti, interpretati da Luca Franchelli (preside rincoglionito), Marco Bazzano (allupato doppiolavorista), Flavio Bertuzzo (prete puzzolente), Pippo Salerno (nella parte di sé stesso) e Sonia Fraschetti (insegnante che conosce un unico argomento) Tanti insegnanti, dopo avere assistito a Sottobanco, mi hanno detto che la realtà del corpo docente attuale non è poi così lontana dal grottesco tratteggio di Starnone (stiamo freschi!!). Credo che, a parte forse Chiara e il “Papero”, il cui copione si presentava davvero massacrante, tutti si siano potuti divertire avendo a che fare con un testo non certo difficile sotto il profilo interpretativo, costruito su una raffica di battute strapparisate e strappaapplausi. Questa commedia, secondo me, non si pone di sicuro come uno dei nostri “capolavori”, ma è impossibile negare che non abbia saputo accattivarsi le simpatie degli spettatori, davvero molti nelle cinque serate di recita al “Della Rosa” e nelle altre repliche. Sottobanco veniva recitato usufruendo di una scena semplicissima costituita da qualche banco con alcune sedie: una messinscena da proporre nelle palestre delle scuole al suo pubblico naturale. ed invece nell’unica esperienza in palestra (all’Istituto “Patetta”) l’acustica risultò così orribile da non far capire niente a nessuno. Ma nonostante questo deludente esperimento il consuntivo di Sottobanco risulta ampiamente positivo: l’interpretazione che ogni attore ha saputo dare a ciascun personaggio-insegnante ha consentito di tratteggiare una serie di caricature efficacissime ed apprezzate dal nostro pubblico.

(brano tratto dal libro “Uno sguardo lungo vent’anni” di Luca Franchelli)

Note di regia

Luca D’Angelo : Riflessioni Sottobanco

“Buon giorno. Bella schifezza qua dentro”. Così la mia prima battuta di “Sottobanco”, esilarante testo di un autore, quale Starnone, capace di dipingere in maniera ironico-sarcastica il mondo scolastico d’oggi, sfumandolo con pennellate d’assoluto e drammatico realismo. In questo spettacolo impersonavo il professor Cozzolino, insegnante di lettere in uno sgangherato istituto superiore della Capitale. Fin dalla prima lettura non ci è stato difficile cogliere il potenziale comico della rappresentazione. Ognuno degli attori ha così cercato di esprimere al meglio le sensazioni vissute sui banchi di scuola. Per quel che mi riguarda, è stato davvero entusiasmante calarmi nella parte del professore e trovarmi improvvisamente catapultato “al di là della barricata”. Attraverso Cozzolino , ho potuto rappresentare quel genere di insegnanti, dediti alla loro professione e realmente interessati della sorte dei loro studenti, di cui sempre più spesso è priva la nostra scuola, ridondante di asettici personaggi distanti da quello che dovrebbe essere il vero universo scolastico. Un plauso va rivolto soprattutto agli altri interpreti, a cominciare dalle due presenze femminili : Sonia Fraschetti e Chiara Grata che, grazie alla loro esperienza e bravura, hanno dato vita a due professoresse molto realistiche; per continuare con Marco Bazzano e Flavio Bertuzzo, calati splendidamente l’uno nella parte dell’ingegnere doppiolavorista e l’altro in quella del professore di religione in “odore” di scomunica. Cosa dire poi di Luca Franchelli che ha impersonato in modo convincente un preside pragmatico impegnato ad appianare le divergenze tra colleghi ? Per concludere con gli attori, e tralasciando per dovere di imparzialità un’autocritica (positiva), una nota a parte la merita Pierangelo Salerno che, al suo debutto teatrale, ha incarnato un professore di francese ai limiti del grottesco e che, grazie soprattutto ad un’assoluta padronanza dell’accento meridionale ed a una serie di battute esilaranti, ha entusiasmato il pubblico. Infine, non per ordine di importanza, il trait d’union di una simile “accozzaglia” di personaggi è stata la sapiente regia di un ormai inossidabile Silvio Eiraldi , il quale è riuscito nella non facile impresa di dare allo spettacolo il giusto ritmo e un’impronta professionale. La compagnia di “Sottobanco” è stata ripagata però dei tanti sforzi dagli applausi di numerosi spettatori. Al di là, peraltro, di ciò che ogni spettacolo può significare per i membri della compagnia e del modo estremamente personale con cui ognuno di noi si avvicina al personaggio da mettere in scena, sono convinto che la grande magia del teatro, risieda decisamente nel suo incredibile potere introspettivo che porta inevitabilmente ad una riflessione interiore. E’ proprio questo specchio per l’anima, di cui tutti hanno bisogno, ma che non tutti hanno la fortuna di poter utilizzare, che probabilmente ci avvicina al teatro fino ad ammaliarci.